Dal 18 maggio al 24 giugno 2018

Antonio Catelani, Francesco Carone, Ermanno Cristini, Mimì Enna,Jenny Magnusson & Patrik Elgström, Giovanni Morbin, Maria Morganti,  Alice Pedroletti, Luca Scarabelli, Serena Vestrucci

 

Prière de toucher

Un progetto di Ermanno Cristini in conversazione con Giulia Brivio e Luca Scarabelli

Prière de Toucher è un ciclo di mostre, costruito in un dialogo continuo tra Ermanno Cristini e Giulia Brivio, dove si mettono in atto pratiche di nascondimento. Ogni mostra coinvolge artisti diversi e sviluppa una particolare modalità del nascondere.
La prima è stata fatta ad Imola a Novella Guerra nell’ottobre 2013 insieme a Patrizia Giambi e a Microcollection;
la seconda a Something Like This a Firenze nel maggio 2014 insieme a Oppy De Bernardo e Aldo Mozzini , la terza
a Milano a MARS nell’ottobre 2014 coinvolgendo una quarantina di artisti che in tempi diversi hanno esposto in questo spazio; la quarta nelle Langhe all’interno dell’Alcova d’Acciaio di Umberto Cavenago e con Alessandro Castiglioni e Barbara De Ponti, la quinta a Milano nello Spazio C.O.S.M.O. di Luca Pancrazzi, insieme ad altri tredici artisti.

Il n°12 della rivista Boite dedicato all’”opera nascosta” ha presentato l’operazione.

 Prière de Toucher è un “dispositivo” in funzione grazie al lavoro di tutti gli artisti che fino ad ora vi hanno partecipato, consentendogli di “prendere corpo”.
Sì, perché Prière de Toucher ha a che fare con il corpo e, saccheggiando il titolo del noto lavoro di Marcel Duchamp, rimanda inevitabilmente al mostrare. In breve Prière de Toucher si interroga sui confini del corpo e sulla natura dell’esibizione, e, forse, è una modalità del mostrare nonostante si preoccupi solo di nascondere.

Questa sesta tappa di Prière de Toucher è concepita per lo spazio della Fondazione Bandera, un contesto espositivo contraddistinto dall’essere dentro un sistema di luoghi che hanno e hanno avuto funzioni diverse. Lo stare dietro/dentro a qualcosa o la fuga di uno spazio dentro l’altro, quasi alla maniera delle scatole cinesi o delle Matrioske, costituisce una pratica di nascondimento, un modo di essere che si alimenta del proprio celarsi in una sorta di inafferrabilità in quanto modalità di fruizione.

 Ermanno Cristini